Valle Varaita
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Bellino
(It)
Pontechianale
Casteldelfino
Sampeyre
Venasca
Frassino
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BELLINO (BLINS)
(Alta Val Varaita)
Enciclopedia "Il Piemonte paese per paese", Vol 1 (Ed. Bonechi, Firenze,
1993)
Situazione
Provincia di Cuneo (distanza Bellino-Cuneo : 67 km)
Abitanti (Bellinesi) : 239
Superficie : 62,19 km2
Altitudine : 1 480 m
Frazioni e località
Celle, Chiazale, Chiesa Fontanile, Pleyne, Ribiera, Sant’Anna
Festa patronale : San Giacomo
Comuni limitrofi
Casteldelfino, Pontechianale
Acceglio, Elva, Prazzo
L’origine del toponimo è incerta : alcuni, ma senza fondamento, lo
collegano alla divinità celtica Belenus, l’Apollo dei Romani. Più
verosimile è la sua derivazione del francese medioevale Belins, pecore,
a conferma dell’importanza dell’allevamento degli ovini nel comune all’età
di mezzo. Il comune occupa la diramazione destra dell’alta Val Varaita, confina
a sud con la Val Maira e a ovest con la Francia.
Il vallone, anticamente soggetti ai signori di Busca e di Venasca, passò
poi in gran parte sotto il dominio dei Saluzzo per diventare, dalla seconda
metà del Duecento, parte dei domini del Delfini di Vienne. Sotto questi,
Bellino, con i vicini comuni dell’alta Val Varaita, Casteldelfino e Pontechianale,
e i territori d’oltre Alpe facenti capo a Briançon, entrò a
far parte della cosiddetta repubblica degli Escartouns, gruppi omogenei di
comunità con ampia autonomia nei confronti dei Delfini. Passato il
Delfinato sotto la corona francese, vi rimase fino al 1713 con alterne vicende,
spesso segnate da sanguinose guerre religiose e politiche, quando, in virtù
del trattato di Utrecht, l’intera alta Val Varaita passò sotto
il dominio sabaudo.
Bellino nel 1743 venne infeudato ai Grimaldi : venivano così a cessare
le antiche autonomie del territorio. Il Settecento è un secolo di
guerre : attraverso la valle discendono gli eserciti gallo-ispani ai quali
si oppogono i Piemontesi. Le comunità vedono il loro territorio depauperato
per la costruzione di imponenti opere di fortificazione e per la costruzione
di magazzini di rifornimento. Nel 1744, si combattè aspramente a Pietralunga
lungo lo spartiacque con Pontechianale.
Terra di confine, Bellino vide salire, per l’ultima volta lungo le sue strade,
eserciti in arme nel giugno del 1940 in concomitanza con l’inizio delle operazioni
militari della seconda guerra mondiale. Anche in questo caso la popolazione
dovette sopportare grave conseguenze : tutte le famiglie vennero evacuate
nell’Astigiano e poterono far ritorno alle loro case solo alla fine
delle operazioni.
Nel quartiere a valle, il centro più importante è borgata Chiesa,
costituito da un gruppo di edifici di interesse architettonico raccolti intorno
alla Chiesa di San Giacomo. Questa conserva ampie tracce della primitiva
costruzione romanica, ben evidenti nell’antico portale, nei capitelli e nei
rilievi in parte conservati all’interno dell’edificio e in parte murati all’esterno.
Nel Settecento fu profondamente rimaneggiata e l’asse principale venne ruotato
di novanta gradi. Accanto a essa si leva il campanile, anch’esso preziosa
testimonianza della primitiva costruzione.
Tra le case della borgata, in gran parte di impianto settecentesco, si possono
osservare numerosi esempi di elementi decorativi preesistenti, generalmente
raffiguranti teste umane cui è stato attribuito, ma non tutti
concordano, un significato apotropaico. Altri elementi caratteristici, anche
se non esclusivi dell’architettura locale, sono i grandi portali in pietra
con architrave monolitico..
Nel quartiere superiore, l’insediamento di Celle conserva la Parrocchiale
settecentesca, sorta su un preesistente edificio, preceduta da un portico
semicircolare. Sulle case sono interessanti affreschi settecenteschi, probabili
opere di maestranze locali.
Profondamente segnato dall’emigrazione, Bellino conserva un’economia basata
essenzialmente sull’agricoltura e sull’allevamento.